La prima domanda che mi viene in mente è: cosa si intende per ricchi o poveri? Su scala mondiale quasi tutti gli occidentali potrebbero essere annoverati tra i ricchi. Avere una casa dove dormire, un lavoro, non avere difficoltà a mettere insieme tre pasti giornalieri, fa di noi delle persone ricche. Ma se la domanda la poniamo a chi già vive nel vecchio continente probabilmente i connotati di ricco e povero cambiano. Questo, se ce ne era bisogno, conferma come ogni analisi, ogni discussione, ogni giudizio debba passare attraverso le diverse circostanze, angolazioni, prospettive vissute. Dal mio punto di vista l’equilibrio aiuta. Essere troppo tende a creare difficoltà sia in un senso che nell’altro. Certo è che nessuno preferirebbe essere troppo povero rispetto a troppo ricco. Qualche tempo fa mi sono imbattuto sulla rivista Business People. Vi riporto qui il contenuto:
La stragrande maggioranza dei genitori si fa in quattro per garantire ai figli un futuro sereno e “spianare” loro la strada. Ma c’è anche chi sceglie di fare l’esatto contrario e di non facilitare in alcun modo il percorso dei propri eredi. A sorpresa, fra questi mamme e papà anomali ci sono anche alcuni tra i maggiori Paperoni mondiali. A partire da Bill Gates, che ha dichiarato che lascerà ai suoi figli solo una parte dei suoi averi. Lui e la moglie hanno creato una fondazione con cui sostengono cause umanitarie e sono convinti che lasciare troppo denaro ai propri pargoli nasconda anche degli svantaggi. Andrà peggio però ai sei figli di Sting: il cantante, infatti, ha intenzione di non lasciare loro alcun centesimo. La pensa allo stesso modo Gordon Ramsay, che è diventato uno dei cuochi più famosi al mondo dopo tanta gavetta e fatica. Per questo, vuole che i suoi figli imparino a cavarsela da soli e conoscano il valore dei soldi: al momento passa loro solo una paghetta settimanale.
E che dire di Warren Buffet? Il mago della finanza ha già stabilito che alla sua morte il suo patrimonio andrà solo ad associazioni benefiche. Farà lo stesso Simon Cowell, fondatore di X factor: donerà i suoi averi in beneficienza e non al figlio. I bambini di Elton John, invece, avranno accesso a una piccola parte della sua fortuna. Infine, Mark Zuckerberg lascerà in eredità alla figlia un mondo migliore: insieme alla moglie ha fondato, infatti, un’associazione con cui verranno devoluti i proventi dal 99% delle azioni di Facebook e che servirà a migliorare le cose per le generazioni future.
Questo articolo, in qualche modo sposa il mio modo di vedere le cose. Se questi personaggi hanno deciso di agire in questo modo con chi amano di più al mondo, un motivo deve esserci. Ho sempre pensato che nasciamo e cresciamo senza apprezzare pienamente ciò che abbiamo. Sia che sia poco sia che sia tanto. Anche perché chi stabilisce tanto e poco? Quindi se nasco e cresco in un nucleo famigliare che ha introiti per 100.000 euro condurrò una vita equiparata e questo per me sarà la normalità. Così chi nasce e cresce in un nucleo con introiti di 500.000 euro sarà calato in contesto con altre persone con introiti simili e non sarà più soddisfatto o riconoscente per non dire felice del precedente giovane. La mia idea è che l’essere umano per trovare soddisfazione deve crescere in qualche ambito, che sia economico, sportivo, artistico, emozionale. È come se ognuno partisse da dove si trova una volta nato e debba per natura evolversi. E qui si introduce un altro concetto. Se parto dal basso, potrò facilmente migliorare il mio stato. Certo qualcuno dirà che è più difficile emergere senza mezzi. Molti dei personaggi riportati nell’articolo qui sopra dimostrano il contrario. Spesso è la passione che in alcuni casi diventa ossessione a rendere straordinarie le idee di alcuni personaggi. Il concetto che fa la differenza è l’educazione che in famiglia viene data e bisogna dire che questi personaggi danno un bel messaggio.
Nel mio romanzo Un’insolita Fortuna si parla di soldi e di felicità. Ci sono personaggi che migliorano il loro status economico senza riuscire a trarne ciò che si aspettavano e chi invece è poco più che indigente e riesce a godere dei piccoli miglioramenti che riesce a ottenere.
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